Nuovi Orizzonti

Questo post è scritto completamente di getto, quindi se nel leggerlo troverete refusi, periodi che si inceppano o si ingarbugliano e una visibile poca voglia di revisionarlo, non me ne abbiate. 
Già se lo leggete, sono felice.

Mentre la canicola ci infligge un prezzo di sudore più alto del solito e del dovuto, sono barricato davanti al mio ventilatore a palla e dietro le tende, e leggo news su New Horizons, che è in assoluto la mia ossessione del momento.

Se mi avete come amico su facebook vi sarete anche scocciati di me che condivido news su questo maledetto apparecchio della NASA che erra ai confini del Sistema Solare, ma solo per un momento, fermatevi qui e vi spiego cosa c'è per me di così mortalmente affascinante in quella macchina così veloce e così lontana da tutti noi.



New Horizons è appunto una sonda spaziale, partita dalla Terra nel 2006, che si prefigge di compiere una missione che finora non è mai stata compiuta, e che per molti decenni ancora non sarà più possibile compiere: quella di esplorare il misterioso sistema di Plutone che, ironia della sorte, è stato considerato il nono pianeta del nostro Sistema Solare fino proprio al 2006, per poi esser declassato al rango di "pianeta nano" per la scoperta di corpi di dimensioni maggiori e simili proprio lì ai confini del nostro cantuccio nell'Universo. 
Un luogo debolmente raggiunto dalla luce del Sole, tanto che si decise di chiamarlo così, e Caronte il suo satellite maggiore, in onore proprio del Dio degli Inferi romano. 

(Fa ridere la coincidenza che siamo qui ad attendere che New Horizons arrivi vicino Plutone proprio nella settimana in cui in Europa imperversi l'ondata di calore chiamata Flegetonte, come il fiume dell'Inferno.)

Di Plutone sappiamo pochissimo. Con i telescopi da Terra è difficile notare qualche dettaglio, e la magnitudine (ovvero la luminosità percepita da Terra) molto bassa non ci permette neanche di vederlo ad occhio nudo.

Le osservazioni del Telescopio Spaziale Hubble, il nostro occhio privilegiato nel e dal cosmo, ci hanno restituito immagini sfocate e confuse, con aree chiare e scure, infittendo ancor più il mistero. 
Poi la scoperta recentissima di altre lune.

Ciò che sapevamo grazie ad Hubble.

Quando cominciai ad appassionarmi di astronomia, a metà degli anni '90, Plutone era ancora il nono pianeta del Sistema Solare, e impazzivo al fatto che fosse l'unico di cui non avevamo foto, né sapevamo nulla. Affascinato dalle immagini dei grandi pianeti esterni arrivate dalle Voyager, che rendevano le pagine dei miei libri cariche di un fascino assurdo, la mia mente fantasticava sull'aspetto di quel mondo così lontano.

E' da allora, o forse anche da prima, che lo spirito atavico di curiosità dell'uomo, che lo ha portato a solcare mari pericolosi e terre mai viste solo per sapere cosa ci fosse un po' più in là, mi rapì forte, e nelle notti d'estate cercavo di spingere il mio piccolo telescopio a guardare un po' di più, dai crateri della Luna agli anelli di Saturno, alle lontane nebulose. 

Poi, New Horizons fu annunciata, ero già all'Università, e la mia passione per l'infinito spazio non si sopiva, anzi. Lessi che sarebbe stata l'unica possibilità della nostra generazione e delle prossime successive di esplorare Plutone, data l'orbita particolare e la lontananza. 

La missione di New Horizons, spiegata in un'immagine.

Dal 2006 non vedo l'ora che questo piccolo robot ci restituisca suggestioni di questo remoto luogo, e spero con tutto me stesso che nulla possa disturbare questo solitario esploratore del cosmo, portando simbolicamente al termine la Prima Fase dell'esplorazione umana del Sistema Solare: tutti i pianeti "classici" saranno stati così visitati almeno una volta.

New Horizons prima del lancio, nel 2006.

Manca solo una settimana allo storico arrivo dell'umanità su Plutone: il 14 luglio New Horizons, dopo un lunghissimo viaggio e dopo esser diventato l'oggetto più veloce mai costruito dall'uomo, passerà a circa 12000 km dal pianeta, compiendo l'esplorazione durante quello che viene denominato "flyby".
Purtroppo, ma la missione è stata concepita così per poter risparmiare tempo di viaggio, non entrerà in orbita perché troppo veloce per rallentare così tanto (13.8 km/s non sono pochi), ma ciò gli permetterà di continuare ad esplorare altri oggetti delle zone di confine del Sistema Solare.

Dal 5 maggio la qualità delle immagini di LORRI (la "fotocamera" di New Horizons) ha sorpassato quella delle migliori mai ottenute con Hubble. 
Ogni giorno la NASA, il JPL e il John Hopkins Laboratory elaborano i dati provenienti dalla sonda (che ci mettono più di 4 ore ad arrivare da noi!) e ci restituiscono una visione sempre più nitida ed affascinante di Plutone.

L'ultima arrivata ha un sapore quasi ottocentesco, quando Schiaparelli immaginava ed era convinto di aver visto dei canali su Marte, indice della presenza di una civiltà evoluta. L'astronomo italiano aveva solo il suo telescopio, noi ora le foto le facciamo dal posto. 

Plutone visto da New Horizons il 3 luglio 2015.

Marte, osservato da Schiaparelli.

Ma lo spirito è lo stesso, l'uomo è curioso geneticamente e sfida l'impossibile per questa curiosità.
Ogni tanto, alziamo lo sguardo dalla strada, dalle preoccupazioni giornaliere, dal cellulare. 
E rendiamoci conto di quanto siamo piccoli, e di quanto, in fondo, non sappiamo ancora nulla di tutto ciò che ci circonda.




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