[Lego ergo sum] Solaris, di Stanislaw Lem

[...] 
Ci crediamo cavalieri dell'ordine del Santo Contatto. 
Questa è una bugia. Noi cerchiamo solo l'uomo. Non abbiamo bisogno di altri mondi, abbiamo bisogno di specchi. non sappiamo cosa farcene di altri mondi. uno ci basta, quello in cui sguazziamo. 
Vogliamo trovare il ritratto idealizzato del nostro mondo! Cerchiamo dei pianeti con una civiltà migliore della nostra... ma che sia l'immagine evoluta di quel prototipo che è il nostro passato primordiale. 
Dall'altro lato, c'è in noi qualcosa che non accettiamo, contro cui abbiamo portato un distillato di virtù o una statua alata dell'uomo! 
Siamo arrivati qua così come siamo realmente, e quando l'altra faccia, cioè la parte che manteniamo segreta, si mostra com'è veramente... 
non riusciamo ad andarci d'accordo!"


Solaris è un libro difficile di cui parlare.

Solaris è riconosciuto come un capolavoro della letteratura di fantascienza, nonché fulgido apice di una sottobranca "filosofica" del genere. E' stata definita anche fantascienza epistemologica.



Insomma, dopo tutti questi paroloni, vor dì che è na mattonata tra capo e collo?
Manco pe niente.

L'ingegner Lem, d'origine polacca (è un piacere scrivere a proposito di un libro scritto da un collega) concepì questo libro di getto, facendosi guidare da ciò che voleva esprimere, lasciando che i pensieri guidassero la sua penna, e alla fine dichiarò di aver detto tutto ciò che intendeva. 
Direi un ottimo risultato, sopratutto per un libro che una volta chiusa l'ultima pagina, mi ha lasciato un vortice al posto della mente, riempita di pensieri, idee, dubbi e riflessioni.

Sapete vero, che l'idea della fantascienza, perlomeno quella "bella", è proprio di far riflettere, criticare o parlare per perifrasi dei problemi del mondo attuale, del come l'uomo si pone di fronte alle sfide che sembrano del domani, ma sono attualissime?  
Molte opere riguardano l'evoluzione della società, altre del rapporto tra la scienza e la moralità, altre ancora si mettono in gioco nell'immaginare gli umani di fronte ai temi scottanti del prossimo futuro. Solaris, per quello che ho capito io, mette l'uomo di fronte ad una sfida incredibile: capire, interfacciarsi e riuscire ad avere un rapporto civile con gli abissi della propria psiche. Ma non solo.

Abbiamo un astronauta-psicologo, in missione verso il pianeta che costituisce il più grande mistero per l'uomo abituato ormai a viaggiare nelle profondità del cosmo: Solaris, un mondo orbitante attorno ad un sistema binario (stella rossa e stella blu) e ricoperto quasi completamente da un oceano "vivente", sul quale gli scienziati si spremono le meningi da più di un secolo per comprendere cosa sia, e le sue intime ragioni. 

Una simmetriade nell'Oceano solariano. Art by Rudolf Eizenhöfer.
La permanenza di Kelvin, il nostro protagonista, all'interno della stazione che fluttua mezzo chilometro sopra questo affascinante "essere", è funestata da stranissimi avvenimenti, che lo porteranno quasi ad impazzire e a riflettere su sé stesso, sulla sua vita ed infine sull'uomo stesso, attraverso le problematiche del concetto di "primo contatto" e del divino, continuamente messe in discussione proprio dall'inabilità umana di comprendere a fondo il mistero solariano.

Senza fare spoiler, vi dico che in uno scenario affascinantissimo e straniante, del quale ho sentito l'ambientazione quasi sulla mia pelle mentre viaggiavo in autobus (?), dominato da albe blu e rosse, un vento insistente e un oceano senza fine che crea all'improvviso enormi costruzioni e creazioni che eruttano verso il cielo, Lem ci conduce in un'avventura inquietante ed intrigante che prende spunto dalla teoria della sincronicità jungiana, quella connessione teorizzata dallo psicoanalista svizzero e il premio Nobel Wolfgang Pauli tra la fisica e la psicoanalisi che sembra, detto così, un concetto astruso, e che Marzia adora e mi ha fatto conoscere proprio lei.

Dalla sincronicità ai confini della mente, sono parecchi i livelli di lettura che Solaris regala: non risparmia, tra i tanti temi, una critica neanche troppo velata al mondo dei "dottoroni" e delle accademie (che nel blocco sovietico erano le eccellenze scientifiche indiscusse, o io così me le immagino), a mio avviso sintetizzati con la biblioteca piena di tomoni polverosi vomitanti teorie, attacchi alle teorie degli altri, ma che in cento anni rimangono ancora appese ad una ignoranza della materia che sembra non voler essere sconfitta per un'arroganza congenita dell'uomo, reo di non aver capito come conoscere sé stesso, prima di avventurarsi alla conoscenza dell'universo, fossilizzandosi ad esempio su una stigmatizzazione di un problema artificiale come quello dell'avvento del primo contatto con una civiltà aliena.
Il problema della nostra arroganza sta proprio, ci dice Lem, nel pensare sempre in termini umani anche riguardo qualcosa che di umano proprio non ha nulla. 

Io non so se sono capace di rendere la ricchezza di riflessioni che quest'opera ha saputo regalarmi, e probabilmente no, non la rendo. Però fatevi un favore, leggetelo con gli occhi della mente ben aperti, senza farvi spaventare da quelle parti che furono tagliate in tutte le edizioni nostrane fino all'ultima edita da Sellerio per rendere Solaris più "consono" e frizzante per i gusti del pubblico che voleva avventura, più che riflessione.

Non si tratta fantascienza con esplosioni, con trame chissà quanto complicate da intrighi, colpi di scena o espedienti "hollywoodiani".
E' un thriller, un'avventura, un viaggio? E' un po' tutto, ma non è detto che sia scontato apprezzarlo.



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