[Lego ergo sum] L'uomo di Marte, di Andy Weir



Sulla copertina italiana di "The Martian" di Andy Weir, Newton e Compton Editore ha pensato (male) di piazzare uno strillo che recita:
"Gravity incontra Robinson Crusoe".

A parte che odio questo tipo di propaganda, c'è un errore piuttosto importante in quella scritta: L'uomo di Marte è più realistico e plausibile del bel film di Alfonso Cuaròn. Sul Robinson Crusoe...beh, un po' peggio, ma ci siamo.

The Martian in effetti parla, a volerlo proprio ridurre all'osso, del concetto dello shit happens, del c'est la vie, ovvero: la vita è piena di eventi imprevedibili e bastardi che ti cambiano l'esistenza nel giro di qualche istante. Per esempio può essere che sei lì a gustarti il fatto che dopo anni passati ad addestrarti ed un viaggio interminabile e pericoloso sei arrivato su Marte nella terza spedizione umana sul Pianeta Rosso, quando una dannata, potentissima tempesta di sabbia faccia sì che i tuoi colleghi ti diano per disperso ed evacuino la spedizione tornando sulla Terra. Ti lasciano lì, credendoti morto ma invece tu sei vivo, vegeto e praticamente spacciato.

A parte l'intensità della tempesta di sabbia, che forse è un po' esagerata in intensità, ma che ben si comporta come punto d'avvio per l'intera vicenda, quasi tutte le vicende narrate nel romanzo potrebbero essere il report di un vero povero sfigatissimo astronauta perduto su Marte.
Weir è un nerd della scienza, e soprattutto dell'esplorazione spaziale, e ce lo mostra alla grande: tutte le scelte del protagonista atte a sopravvivere, le vicende che si svolgono sulla Terra e nella nave che riporta la sfortunata spedizione verso casa è trattato con realismo e non risparmia in apprezzabili dettagli tecnici che hanno il pregio di donare alla narrazione un livello in più di lettura per gli appassionati più smaliziati, e un tocco di classe in più anche per quelli non del mestiere.

La storia del povero Mark Watney e della sua disperata lotta per sopravvivere fino ad accarezzare il sogno di tornare sulla Terra è veramente appassionante e, fattore che ho apprezzato moltissimo, non scade nel sentimentalismo da cliché americano, ma piuttosto indugia sul positivismo di un uomo che può contare sul suo ingegno come arma primaria contro un pianeta ostile che fa di tutto per farlo fuori. D'altronde è un ingegnere, un astronauta iper addestrato, che con freddezza e soprattutto istinto primordiale di sopravvivenza non si scompone ed affronta la situazione con sarcasmo e spirito d'iniziativa.
Non crediate però che il fattore psicologico sia lasciato al caso, ma il focus principale qui è quello del pericolo e della fascinazione dell'estremo cui si possono trovare davanti i pionieri, coloro che tracciano nuove rotte verso il futuro dell'umanità. E' un lavoro pericoloso, ma qualcuno dovrà pur farlo.
Anche Interstellar, per capirci, dava, nella sua parte più riuscita, questa idea. Ma questa è proprio la cosiddetta "hard sci-fi", ovvero quella che dà il maggior peso alla plausibilità su cui basa la sua struttura narrativa.

Pensate che gli scienziati e gli ingegneri della NASA, che sono nerdoni come piacciono a noi, hanno apprezzato il libro tanto da mandare la copertina in orbita insieme al primo prototipo di volo della nuova astronave americana Orion (che potrebbe essere una candidata a portare davvero l'uomo su Marte), e hanno utilizzato la potentissima "fotocamera" HiRise installata a bordo del Mars Recoinassance Orbiter, per fotografare in altissima risoluzione la zona di Marte dove si svolgono le avventure del nostro povero Mark. Guardate QUI.
Grandiosi. 

Ah, quasi dimenticavo. A ottobre uscirà il film tratto dal romanzo, un passaggio quasi naturale, data il taglio abbastanza cinematografico del libro. Rilevante è il fatto che sia il mitico Ridley Scott ad occuparsi della regia e a parte sperare che non dia troppo spazio ai sentimentalismi che piacciono molto a Hollywood, voglio credere che ne verrà fuori una gran pellicola.
Certo, che poi per la versione italiana hanno scelto davvero un nome orrendo, come da prassi. Si chiamerà Sopravvissuto - The Martian. 
No, ditemi voi se si può.

Il trailer non ve lo linko perché è spoilerosissimo, e svela la trama quantomeno fino a più di metà libro. 

Concludendo, un libro che mi è piaciuto davvero molto, perfetto per chi è fissato e fomentato per lo spazio come me, ottimo per chi cerca avventura non banale e chi magari vuole avvicinarsi al sense of wonder che anche il pericolo dell'esplorazione può dare.





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