Dell'elmo di Scipio s'è cinta la testa

Il 17 Marzo, ieri, ricorreva il 153° anniversario dell'Unità della nostra amata ed odiata Italia.

Questa data, a causa di una costante ed inesorabile globalizzazione che coinvolge anche le tradizioni e le festività (chiamatemi bigotto, ma a me sinceramente un po' dispiace) è ricordata e "celebrata" qui sempre più come il giorno di San Patrizio. 

La Corona Ferrea, la corona d'incoronazione dei Re d'Italia dall'epoca dei Longobardi.

Non me ne vogliano gli irlandesi (ci mancherebbe: l'Irlanda è una delle prossime mete che vorrei visitare) né coloro che giustamente festeggiano con fiumi di birra ed allegria la ricorrenza della morte del vescovo d'oltremanica (e la festeggio anche io quando ho tempo, che diamine! E prima o poi il cappellone lo avrò!), ma un po' rosico che la maggior parte dimentichi che si tratta anche del giorno in cui fu proclamata la nascita del Regno d'Italia: monarchici o repubblicani, convinti assertori del becero colonialismo piemontese o mazziniani anti-sabaudi tutti dovranno convenire che in fin dei conti è in quel fatidico giorno che dopo 1500 anni circa l'Italia tornava ad essere unita (ok, sul finire l'Impero Romano d'Occidente non garantiva tutta questa unità nazionale).


Però è da chiarire che questa data è stata ufficialmente festeggiata solo ogni 50 anni, poiché, similmente alla Francia, la nostra festa nazionale attuale è legata non tanto all'unità ma ad un cambio di assetto governativo: la proclamazione della Repubblica e la cacciata dei Savoia il 2 giugno 1946. Prima di questa data si festeggiava nella prima domenica di giugno, anniversario dello Statuto Albertino, la vecchia costituzione del Regno di Sardegna e del Regno d'Italia poi. 



Copio da wikipedia:

Con la Legge del 23 novembre 2012, n. 222, relativa alle "Norme sull'acquisizione di conoscenze e competenze in materia di «Cittadinanza e Costituzione» e sull'insegnamento dell'inno di Mameli nelle scuole",è stata approvata in maniera definitiva l'istituzione della "Giornata nazionale dell'Unità, della Costituzione, dell'inno e della bandiera" a cadenza annuale. Pur rimanendo un giorno lavorativo, il 17 marzo viene considerato come 'giornata promuovente i valori legati all'identità nazionale'.
« La Repubblica riconosce il giorno 17 marzo, data della proclamazione in Torino, nell'anno 1861, dell'Unità d’Italia, quale «Giornata dell'Unità nazionale, della Costituzione, dell'inno e della bandiera», allo scopo di ricordare e promuovere, nell'ambito di una didattica diffusa, i valori di cittadinanza, fondamento di una positiva convivenza civile, nonché di riaffermare e di consolidare l'identità nazionale attraverso il ricordo e la memoria civica. »

Altra festa italiana che è stata successivamente "declassata" è quella legata al 4 novembre, anniversario della fine della I Guerra Mondiale, ufficialmente "Giornata dell'Unità Nazionale e delle Forze Armate", unica ricorrenza a rimanere più o meno intoccata dall'avvicendarsi di governi e forme di governo. Forse un po' troppo vetusta e legata ad una visione idilliaca delle forze armate (che non condivido troppo), ma ogni tanto una rinfrescatina per sapere chi eravamo è d'obbligo. 

Ditemi quello che volete, io alla nostra bella Italia ci tengo, e la celebro.
Dicevamo con Giacomo che forse rispetto agli altri popoli siamo molto meno legati alla nostra nazione, se non quando si tratta di eventi sportivi, e i luoghi legati "al culto della patria". Perciò, perché ogni tanto non facciamo caso a quelle tante iscrizioni, monumenti, lapidi, statue e posti "particolari" che ci ricordano da dove proviene tutto ciò che c'è oggi? Ci sono stati eroi, truffatori, leader deprecabili, tanta eccellenza, storie incredibili di persone che hanno perso anche la vita perché quella costituzione, quelle leggi che oggi tanto va di moda criticare fossero lì. Non scordiamoli completamente, perché ci sono molti che questo stupido stivale e tutto ciò che ha da raccontare ce lo invidiano, nel bene e nel male.


L'Italia Turrita


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