Or discendiam qua giù nel cieco mondo



L’immagine pian piano prende forma. Come se stessimo aprendo gli occhi. Proprio come nei film, quando il protagonista si riprende da un malore, e non sa dove si trova. E neanche noi. Si vedono degli alberi, dell’erba. Ma la luce è soffusa, e soprattutto non ci sono colori. Un’ovattata scala di grigi ci confonde, ma non abbiamo il tempo di pensarci perché qualcos'altro attrae l’attenzione: una figura d’ombra si solleva da terra, apre anch'essa gli occhi, due squarci bianchi nel buio della silhouette. Notiamo la bassa statura, i contorni neotenici. 
Un bambino forse?



Proviamo a chiamarlo, ma non parla. E’ un mondo di suoni e luci ovattate, in sottofondo come un rumore bianco mischiato solamente a suoni ambientali. Cosa fa solitamente un bambino? Salta, corre. Ma il mondo in cui lui e noi ci siamo risvegliati non è un parco giochi, e ce ne accorgiamo quasi immediatamente. C’è qualcosa che non va, l’atmosfera stessa pare umida, soffocante ma di angoscia e di non detto. Radure, alberi, una grotta. Il bambino senza nome continua a saltellare come se non avvertisse il pericolo che si nasconde nell'ombra…quand'ecco che un suono più graffiante, ruvido, si gioca bene la sua bassa frequenza per darci un avvertimento, come un brivido. 

Una zampa adunca si allunga pian piano, come a voler ghermire l’innocente figura…non possiamo gridare. Un momento ed è finita. 
Il bambino trafitto. 
Un suono secco, terribile. 
Gli occhi, chiusi per sempre.

Ma evidentemente questo luogo non è un luogo qualunque...qualche secondo ed il piccolo senza volto è di nuovo in piedi. Stavolta noi e lui sappiamo cosa ci attende qualche metro più avanti ed ingegnosamente evitiamo il pericolo.
Addentrandoci nel bosco, cominciamo a notare segni della presenza umana. Ma un male soffuso aleggia nell’aria immobile. La conferma, brutale, arriva quando notiamo qualcosa che volteggia a peso morto. Un corpo impiccato. Perché?
 Più avanti, alcune palafitte. Scorgiamo un movimento…qualcuno cui rivolgersi? Vi prego, parlate. Parlategli, parlateci. Squarciate questa solitudine, fateci capire dove siamo. All’improvviso un colpo di cerbottana. Dei massi infuocati che vengono giù dalla scarpata. E la consapevolezza che siamo soli, completamente.



Una domanda ci compare nella mente: cosa cerca il bambino? Cos’è questo posto ostile, malato ma meraviglioso, perso nello spazio e nel tempo, un LIMBO che soltanto il bianco ed il nero potevano dipingere così perfetto?

Bimbo, chiunque tu sia non lasceremo che ti facciano del male. 
E’ così terribile vederti soffrire. 

Commenti

  1. ma infatti, ma perché dovete torturare questo povero bambino?
    Tra impalamenti, mutilazioni, decapitazioni e quant'altro...lasciatelo stare :(

    ...comunque titolo del post azzeccatissimo!

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  2. Il titolo l'ha scritto Dante in persona apposta per me! :)
    Quanto adoro questo bianco e nero...

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  3. L'ho provato e devo dire che sono rimasto estasiato da tutto.
    Si tratta di un gioco estremamente raffinato, pur avendo alla base un'idea semplice... davvero magnifico!

    P.S. la prima volta che una tagliola si è chiusa sopra al personaggio ci sono rimasto di stucco xD

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