Viaggiatori nel tempo
C’era quel tizio, Vico, che
parlava dei corsi e dei ricorsi della Storia.
Il tempo scorre in avanti e ciò
che è passato ormai è andato, un attimo da godere quando ci sei nel mezzo e poi
basta, diventa una fotografia nella tua mente, ed è compito tuo fissare quel
momento se ti interessa, o se ti ha lasciato qualcosa di particolare.
Eppure a volte il tempo sembra
circolare, come a mordersi la coda: tanti sforzi solo per poi tornare al punto
di partenza.
Io non so se questa sensazione
sia una illusione scaturita dalla frustrazione, dalla routine, o da chissà che
accidente. Per quanto mi riguarda può essere pure un concetto impossibile di
meccanica quantistica, o può essere che il signor Vico ci aveva azzeccato,
fatto sta che a volte ti sembra di aver alzato un polverone enorme, di aver
lottato contro i Titani, di aver sudato tutte le fatiche di Ercole e qualcuna
in più…e alla fine ti fermi, sei steso sul letto, guardi il soffitto, le ombre
inquietanti che si formano quando la tenda si frappone tra te e la notte, e ti
rendi conto che al netto di tutto, facendo il conto della serva e quello di
Robinson Crusoe, quello che si evince è che hai viaggiato nel tempo.
Sei tornato nel 2010, con la
stessa incertezza e la stessa voglia che ti divora, che scaturisce da un sogno
che non si dimentica e non si sopisce.
Ok, forse sto esagerando perché
ci sono di mezzo anche tutte le soddisfazioni, le delusioni, le botte, le
risate e le esperienze che ridursi a dire “vabbè, d'altronde sono cinque anni” è
davvero essere insensibili.
A volte la sensazione c’è di dire
il famoso “ma chi me lo ha fatto fare”, ma poi mi irrido da solo, perché so che tutti abbiamo una fiamma dentro, e che se quella fiamma la usi per accendere il faro sul
promontorio che guarda dall'alto lo scorrere della tua vita, alla fine il più
delle volte la via della costa la trovi.
Ma se c’è nebbia?
Ma se c’è nebbia?
Pazienza, calma, lucidità...che non
avrò e non riesco ad avere.
La fantascienza dei viaggi nel tempo ci insegna che se torni indietro non devi toccare nulla, né interagire con nessuno, pena uno tsunami che si abbatte sul futuro (e quindi sul presente noto) creando conseguenze inattese, impensabili e, nei casi peggiori, catastrofici. Sono tornato indietro, ma lo tsunami al momento attuale lo scatenerei con tutta la forza possibile, se potessi.
La fantascienza dei viaggi nel tempo ci insegna che se torni indietro non devi toccare nulla, né interagire con nessuno, pena uno tsunami che si abbatte sul futuro (e quindi sul presente noto) creando conseguenze inattese, impensabili e, nei casi peggiori, catastrofici. Sono tornato indietro, ma lo tsunami al momento attuale lo scatenerei con tutta la forza possibile, se potessi.
Tornare nel passato, e modificare
qualcosa per sconvolgere il presente: non sono Marty McFly, e per quanto mi
agiti, e per quanto vorrei essere un elefante ubriaco in un negozio di
cristalli, non mi riesce di smuovere questo immobilismo. Ogni tanto una lieve
increspatura, e nulla più.
(Si, sto facendo volutamente un
gran mischione eterogeneo di fiction, vita, echi culturali, e ciò risulta
perfettamente in linea con la mia attuale vita.)
A volte ti basta una piccola
scintilla, un accenno, per scatenare un uragano Katrina di pensieri, di pensare
alle ramificazioni delle scelte passate, uno sforzo intellettivo logorante per
tentare di arrivare a un risultato che non può esistere: è da pazzi tentare di
propagare delle equazioni (impossibili persino da immaginare) che descrivano la
vita, in modo da ottenere previsioni sul “what if…”, avendo infinite incognite
e parametri indeterminabili.
L’unico risultato
possibile è un risultato istantaneo, quello al tempo t, dove t è adesso, e un
secondo dopo è già andato via.
Quindi cosa conta essere nel 2010
o nel 2015 se le equazioni sono inconsistenti? C’è il peso inequivocabile delle
condizioni al contorno, nonché di sapere il risultato.
Quanto era frustrante al liceo
vedere il risultato dell’equazione, ma non sapere come arrivarci?
A volte sorgevano anche i dubbi che il risultato potesse essere stampato male sul libro.
E se anche il risultato che vedo davanti a me fosse sbagliato?
A volte sorgevano anche i dubbi che il risultato potesse essere stampato male sul libro.
E se anche il risultato che vedo davanti a me fosse sbagliato?
Dal 2010 al 2015 ripensando la
storia passata e accettandola per quello che è stata e quel tanto che può
ancora darmi; gustarmi quei sentieri secondari che ora mi rendono la giornata
più felice, e prendere il massimo da quel che arriva all'improvviso. Forrest Gump è sempre stato nel mio cuore, e mi fa piangere ogni volta.
Se siete arrivati fin qui siete
eroi.
Tutto ciò che avete letto è puro brainstorming, giusto per agitare l’immobilità di questo blog, immobile come chi
dovrebbe gestirlo, in attesa di una scintilla, della spinta per saltare finalmente da un
palazzo all'altro.
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