Fossi nato 100 anni prima

Fossi nato 100 anni prima, sarei nato a Castellammare Adriatico in provincia di Teramo, perché Pescara come è oggi non c'era. Oggi Castellammare non c'è più.

A New York non c'era ancora la Statua della Libertà. E neanche la Tour Eiffel a Parigi.

Viale Bovio

Il sindaco di allora, Leopoldo Muzii, cui oggi è intitolata una via, porto Castellammare a divenire una ridente cittadina vacanziera, con viali alberati, stazioni balneari molto frequentate, illuminazione pubblica e strade larghe.

Fossi nato 100 anni prima, sarei stato un suddito del Regno d'Italia, e di Re Umberto I di Savoia. Al governo c'era la Sinistra storica. E nel mondo la grande superpotenza era l'Impero Britannico della Regina Vittoria. 

Fossi nato 100 anni prima, avrei potuto studiare, e dove? Fossi stato di famiglia borghese, finiti gli studi obbligatori (fino ai 9 anni), probabilmente avrei proseguito con gli studi classici, cinque anni di Ginnasio, più altri tre di Liceo. Lo scientifico non esisteva ancora d'altronde, e la Riforma Gentile era di là da venire.

Ad immaginare un ipotetico me, trapiantato un secolo prima, voglio fare un'ipotesi assurda, ovvero quella di aver avuto una personalità e degli interessi simili, in un esercizio di ucronia fine a sé stesso, ma in fondo divertente. Perché la nostra personalità è ovviamente forgiata dagli stimoli che riceviamo, e ciò ci rende un unicum storico irripetibile.
A pensare a tutti i bivi possibili viene il mal di testa, ma lasciatemi immaginare.

Fossi nato 100 anni prima, avrei amato la scienza, la fantascienza e l'avanguardia della tecnica come ora, In quel periodo l'interesse per le nuove scoperte era alle stelle, e tra un Jules Verne e un H.G. Wells avrei avuto l'imbarazzo della scelta per quanto riguarda le novità in libreria. Anche le "edisonate", racconti di fantascienza con protagonisti grandi inventori di quel tempo, avrebbero fatto bella mostra nella mia libreria. 
Per non parlare dei racconti esotici provenienti dalle colonie africane e dalle frontiere dell'esplorazione. Chissà quante volte sarei andato alla stazione di Pescara a veder passare il "Valigia delle Indie", un treno che partiva da Londra ed arrivava a Bombay, carico di coloni, avventurieri, storie.




Non sarei stato un appassionato di calcio da piccolo, semplicemente perché il calcio non era diffuso. Quasi non c'era, e lo si chiamava "football". Le prime squadre italiane nacquero negli ultimi anni dell'800, la Nazionale nel 1910. Piacendomi le novità, sarei diventato un tifoso nei miei vent'anni. Una cosa un po' da hipster ante-litteram, tipo "amavo il calcio da quando non era mainstream". D'altronde era molto diffuso il ciclismo, ma l'avrei trovato noioso anche allora, forse.




Fossi nato 100 anni prima, chissà come avrei reagito alla notizia dell'assassinio del Re? Sarei stato costernato, o avrei inneggiato alla repubblica, da fervente mazziniano? Non so, perché era diverso il concetto di amor patrio, e il revisionismo storico non credo attecchisse come ora. Comunque fosse, Garibaldi l'avrei adorato, così come lo rispetto ora.

Fossi nato 100 anni prima, probabilmente, e solo se avessi avuto disponibilità economica, avrei voluto fare ingegneria o qualche altra università scientifica. Sarei andato a Roma? Una cosa è certa: ingegneria sarebbe stata un percorso ancor più duro di quello che ho affrontato. Gli ingegneri di una volta erano veramente dei tosti, l'élite assoluta. 

Fossi nato 100 anni prima, avrei trovato come interesse primario il volo, perché era quella allora l'ultima frontiera dell'umanità.
Avrei avuto 19 anni quando i fratelli Wright compirono il primo volo, e avrei voluto sicuramente la voglia e l'istinto di studiare le tecniche aeronautiche. 




Tutto ciò, fossi nato 100 anni prima, avrebbe potuto portarmi a diversi bivi. Sarei rimasto affascinato dal varcare la frontiera dell'aria, tentando di diventare un progettista di macchine volanti, o avrei tentato di diventar pilota, affascinato dall'aura di mistero, coraggio e spavalderia dei primi pionieri? O avrei, in parallelo con la vita di ora, ma con un occhio affascinato dalla novità, ripiegato sul fendere l'etere tramite onde elettromagnetiche, in accordo con le nuove teorie di Marconi?
Sicuramente avrei dovuto svolgere il servizio di leva obbligatorio, e se fossi stato pacifista come ora avrei dovuto tacere e tenerlo per me. Chissà dove sarei stato inquadrato, magari nel Genio. O nella Regia Marina.

In tal caso, fossi nato 100 anni prima, avrei sicuramente voluto prestare soccorso nelle sfortunate zone ove accadde uno dei peggiori disastri europei a memoria d'uomo: il Terremoto di Messina e Reggio Calabria del 1908. Scosse violentissime e susseguenti maremoti ed ondate spazzarono via due città giardino del Sud Italia. I racconti dei testimoni sono l'incarnazione dell'inferno sulla terra.






Fossi nato 100 anni prima, il cinema mi sarebbe sembrato il futuro, e se avessi potuto avrei voluto andare al cinema a vedere "L' Inferno", prodotto dall'Armenia Films di Milano, i cui stabilimenti ora sono un giardino pubblico vicino alla casa dove abitavo l'anno scorso a Milano. 



Fossi nato 100 anni prima forse sarei già sposato, o avrei avuto figli. Funzionava diversamente, 100 anni fa.

Fossi nato 100 anni prima, probabilmente avrei visitato le Esposizioni per la celebrazione del 50esimo anniversario dell'Unità d'Italia. A Torino, nel 1911, si tenne una Esposizione Universale! 
Avrei potuto gustarmi una mirabile gara d'aviazione ed una di dirigibili, e meravigliarmi di fronte ai padiglioni nel Parco del Valentino. A Roma si inaugurava l'Altare della Patria, poco amichevolmente detto "la macchina da scrivere". Non piaceva a nessuno, il grosso monumento a Vittorio Emanuele II in Piazza Venezia.




Fossi nato 100 anni prima, avrei assistito e avrei voluto prestar soccorso ai miei conterranei abruzzesi, colpiti da un'altra calamità, il terribile Terremoto nella Marsica del 1915. Un anno infausto.






Fossi nato 100 anni prima, nel giorno del mio trentunesimo compleanno, il 4 maggio 1915, furono completati i provvedimenti necessari per portare l'esercito in ordine di battaglia: in quel momento erano sotto le armi 23.039 ufficiali, 852.217 militari di truppa e 9.163 civili. Il re Vittorio Emanuele III era nominalmente il comandante in capo, ma a esercitare il comando era il capo di stato maggiore generale Luigi Cadorna.

Fosse per me, ora, toglierei le intitolazioni di piazze e strade a quest'uomo sprezzante delle vite altrui. 

Fossi nato 100 anni prima, già da qualche giorno avrei visto, camminando per le strade, questo manifesto:



Fossi nato 100 anni fa, oggi, 24 maggio del 1915, data infausta, forse sarei già al fronte o per mare, avendo detto addio alla mia bella, forse ai miei figli. 






Il rombante e tremendo suono dell'artiglieria austriaca risuonar nelle valli, il fango negli stivali, il cuore altrove. La paura di non rivedere i propri cari. La convinzione, inculcata negli anni, che si va a vincere, a terminare il processo dell'Unità. Che lascia spazio alla disillusione, allo sconforto.

23000 abruzzesi e molisani persero la vita in quel carnaio, quell'immonda follia. 650000 italiani, 10000000 di caduti totali. 




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