There, and back again.

E così anche questa stagione estiva è terminata. 

i social network una decina di giorni fa parevano attraversati da sentori di tragedia e spasimi di fosco pessimismo perché, udite udite, il malefico settembre risucchiava la Terra nella sua porzione di orbita intorno al Sole, e scalzava via lo spensierato periodo di agosto (che alla fine spensierato lo è solo per i liceali) calando il sipario sull'estate 2014. 
Quanta melodrammaticità.

Brevissima, intensa, passata via senza quasi che me ne accorgessi. 
Sarà perché ormai per me anche un singolo e completo weekend full-optional (Treno A/R, ritardi inclusi) assurge agli onori della qualifica di vacanza in virtù degli impegni del lavoro e del pendolarismo di cui sono più che mai fiero rappresentante, ma l’estate da due anni a questa parte l’ho avvertita quasi più come un fastidioso intermezzo tra le mie due stagioni preferite e un lavorare sudando di più, che come il liberatorio periodo di svuotamento dei pensieri tanto caro allo studente universitario medio. 

Questo non significa che io non abbia goduto finalmente di un periodo di vacanza, necessario soprattutto dopo un luglio mostruoso di straordinari, nottate e sabati di stampo fascista/autarchico. 
E sono state in virtù della loro brevità godute in ogni momento, soprattutto quelli vissuti con Marzia: la distanza va combattuta con tutte le armi e la volontà possibili.


Tutto questo preambolo prolisso soltanto per dire che finalmente me la sento di svacanzare anche il blog, continuando a riempirlo di contenuti randomici vari ed eventuali, un po’ come sempre insomma. Anche qualche contenuto in più, quando riuscirò ad impegnarmici nel modo che intendo io.

Come saluto alle mie irrisorie vacanze, perché non condividere con i miei sparuti lettori (che sa molto di manzoniana memoria) un’emozione che soltanto a trent’anni ho potuto provare per la prima volta?
Beh, sarà anche strano ma finalmente sono riuscito a vedere un’alba. 
Nel senso proprio diretto: guardare il Sole mentre sorge dal mare, mentre risveglia tutto il paesaggio, la natura, il cielo. 
Uno spettacolo che forse non immaginavo neanche essere così maestoso e riempitivo per l’anima, ed è lì, disponibile per tutti senza distinzione. 

Aggiungendovi poi la cornice di un’antica torre di segnalazione del Regno di Napoli in riva al mare, un concerto classico all'aperto sulla terrazza della suddetta torre, proprio di fronte al mare che si indora e la compagnia della donna che ami, capisci che a volte il cuore e la mente puoi curarli anche con ciò che sembra più banale.






Ho colto anche l’occasione per utilizzare un po’ la nuova fotocamera, e ho capito che ci vogliono impegno, dedizione e creatività (in primis) per poter far fruttare uno strumento potente, che alla fin fine però giustamente rimane uno strumento, e non una bacchetta magica che dipinge la realtà di fantasia. 



Insomma, pur brevi queste vacanze mi hanno lasciato qualcosa di più del semplice riposo, e si riparte con una mentalità rinnovata e ripulita, cresciuta rispetto ad un anno fa, e forse leggermente più consapevole di ciò che realmente può rendermi felice. 

Sto facendo una scala di priorità? 
Bah, magari più un insieme di pensieri felici. 

Non si volerà come Peter Pan, ma basta anche meno per sorridere.

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