"Mangiare pollo fritto del Kentucky è come far parte di un complotto contro sé stessi"

La miglior cosa del futuro è che arriva un giorno alla volta.
(Abramo Lincoln, kentuckiano)


E così, da bravo laureato in Ingegneria, è arrivato anche per me il fantomatico momento del "periodo all'estero", che pare essere irrinunciabile, che pare un miraggio di terra promessa, che alcuni elevano a status symbol per ottenere un qualcosa simile ad un'aura di esperienza da VitaVissutaTM, che, insomma, è la nuova "tappa irrinunciabile" di chi si cimenta con la carriera scientifico/industriale al giorno d'oggi.
Per me non è nulla di tutto questo, non lo ammanto di mitologia né non riuscivo a vivere senza: è una esperienza che ha le potenzialità per farmi crescere in un certo senso, umanamente o anche dal punto di vista scientifico, e l'affronto con questo piglio.

Certo, sembra che io stia parlando come uno che deve partire per non so quanto tempo, mentre alcuni di voi che leggono (o non leggono) questo insulso blog vivono all'estero o hanno un curriculum di esperienze di questo tipo da fare invidia a quello di Fabio Capello o di Josè Mourinho.
E invece sono due mesi, la prendiamo per gradi, da qualche parte bisogna pur cominciare.

Partenza: 17 luglio ore 9.45
Ritorno: 15 settembre [omissis]

Questo l'angolo di mondo che mi farà da casa nei prossimi due mesi:




Vado a far la valigia, che l'ora è tarda!

Sono su Skype-Hangouts-Steam-Whatsapp-Voxer-Viber e quello che volete!



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